3 - Fatti santo

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SAN GIOVANNI CALABRIA CI FA VISITA CON LA SUA LETTERA
Questa paginetta è delicatissima, perché sia la carta che l’inchiostro usato possono essere rovinati dall’umidità… Ma ha scelto di fare il giro del mondo per arrivare nelle tue mani, perché il messaggio che porta è troppo importante!
Il destinatario originale era uno studentello della Casa di Formazione, che aveva scritto una letterina al Padre don Giovanni, come si usava fare, ed è bello vedere come questa piccola confidenza scateni un’ondata di entusiasmo da parte di don Calabria verso quel povero studente che risponde proprio al nome di Giuseppe Bistaffa. Chi conosce un po’ la storia della nostra Famiglia Religiosa, sa che poi don Giuseppe Bistaffa diventerà proprio il successore di san Giovanni Calabria come terzo Casante dell’Opera.
Ma cosa gli dice di tanto speciale? Quella “piccola” esortazione tante volte ripetuta, ma qui entusiasticamente vergata di proprio pugno da san Giovanni Calabria due volte consecutive: “Fatti santo, fatti santo, caro Bistaffa”.
Proviamo a mettere il nostro nome al posto di quello di Bistaffa? Certamente don Calabria direbbe anche a te e a me la stessa cosa…
SAN GIOVANNI CALABRIA CI PARLA CON LA SUA LETTERA
A San Giovanni Calabria piaceva scrivere! Perché non si accontentava di raggiungere le persone che aveva intorno ma, con il suo messaggio voleva arrivare quanto più possibile a tutti! Amici e benefattori, autorità civili ed ecclesiastiche, persone conosciute e persone lontane. Quando aveva qualcosa di importante da condividere, niente poteva fermarlo, neanche il non conoscere la lingua! Ad esempio, allo scrittore inglese Clive Staples Lewis, professore di Oxford (quello de “Le lettere di Berlicche” e “Le cronache di Narnia”, tanto per intenderci), non conoscendo l’inglese scriveva in latino, e così riuscivano a comunicare…
Per Giovanni Calabria condividere intuizioni e desideri per il Regno di Dio era il modo per coinvolgere l’altro nei suoi sogni, e contempo-raneamente quasi “distaccarsi” da quella sua intuizione, affidandola ad un processo di discernimento esterno da sè (il Padre spirituale, ad esempio, o l’Abate Caronti, o altre eminenti personalità con cui aveva frequenti contatti epistolari) proprio per verificare la bontà del proprio pensiero e intuizione e comprendere se fosse secondo la volontà di Dio.
Don Calabria ci ha lasciato così moltissime lettere, una vera e propria miniera di frammenti preziosi del suo pensiero. Grazie ai suoi tanti scritti possiamo oggi dire che il messaggio che più gli stava a cuore di ricordare a tutti era di rispondere all’amore di Dio sempre! Non mancare quella risposta era la modalità per “farsi santi”.
Un invito travolgente, quel richiamo alla santità che diventava così il motore di ogni scelta e alimentava desideri e faceva diventare piccolo ogni sacrificio.
Ma la santità è per noi un bel desiderio per tempi passati o ancora oggi può essere ciò che ci muove, propulsione e causa del nostro fare?